La CGIL di Siracusa esprime la più netta contrarietà alla proposta di riordino della rete ospedaliera predisposta dall’Assessorato regionale alla Salute. Una bozza elaborata nel chiuso degli uffici palermitani, senza trasparenza, senza ascolto, e con modalità che somigliano più a un regolamento di conti politico che a una programmazione sanitaria. Una proposta che risponde a logiche di amichettismo, scambi di favore e interessi di parte, piuttosto che ai diritti di cittadine e cittadini. Le organizzazioni sindacali, che da anni chiedono un confronto strutturato e partecipato sulle scelte che riguardano il futuro della sanità siciliana, si ritrovano oggi di fronte a una proposta già confezionata, senza alcuna volontà di analisi o condivisione. Un metodo inaccettabile e umiliante, che svuota ogni spazio di confronto democratico e rende plastica la distanza tra il governo regionale e i bisogni reali della popolazione.
Sotto il profilo politico e istituzionale, questa bozza rappresenta un atto tecnocratico e autoritario che svilisce il ruolo delle comunità locali, mortifica i territori e riduce la partecipazione a pura finzione. Per la CGIL, è un segnale grave e preoccupante della deriva accentratrice con cui si sta gestendo un tema delicato come la salute pubblica.
La provincia di Siracusa paga da anni il prezzo di un sistema sanitario trascurato e sottodimensionato: Ospedali depotenziati, come quelli di Avola-Noto e Lentini, svuotati di reparti e personale; Nuovo ospedale di II livello nel capoluogo ancora fermo ai progetti preliminari, con il rischio concreto che venga sacrificato da logiche politiche interne alla maggioranza; Pronto Soccorsi al collasso, dove la pressione quotidiana e la carenza di personale mettono a rischio la sicurezza delle cure; Personale insufficiente e logorato, con reparti scoperti, infermieri e medici sottoposti a turni insostenibili, e nessun piano concreto di assunzioni stabili; Sanità territoriale inesistente, con le strutture del PNRR ancora sulla carta e i servizi di prossimità mai realmente implementati; Assenza di un’integrazione socio-sanitaria efficace, che lascia sole le famiglie più fragili e trasforma la cura in un percorso ad ostacoli.
A fronte di tutto questo, la bozza di rete ospedaliera proposta dall’Assessorato non solo non affronta i problemi, ma li aggrava, comprimendo l’offerta sanitaria, riducendo i presidi nei territori periferici e disegnando una mappa fondata su equilibri politici anziché su analisi epidemiologiche, indicatori sanitari e fabbisogni della popolazione.
Per queste ragioni, la CGIL di Siracusa propone: Ritiro immediato della bozza della rete ospedaliera e apertura di un confronto vero, pubblico e partecipato con i territori; Realizzazione dell’ospedale di II livello a Siracusa con un cronoprogramma certo e fondi garantiti; Potenziamento dei presidi di Avola-Noto e Lentini, veri baluardi per migliaia di cittadini del sud e nord della provincia; Assunzioni stabili e programmate di medici, infermieri, tecnici, OSS e amministrativi, partendo dalla stabilizzazione dei precari; Attuazione reale della medicina territoriale, attraverso Case e Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali, ADI, consultori, Spresal, USCA permanenti; Potenziamento della rete sociosanitaria, con servizi per la salute mentale, la disabilità, la non autosufficienza, e un coordinamento reale tra ASP, Comuni e distretti; Internalizzazione dei servizi esternalizzati, superando la logica del massimo ribasso e restituendo dignità e qualità al lavoro; Nomine sanitarie trasparenti e fondate sul merito, fuori da ogni logica spartitoria o di appartenenza politica. La proposta dell’Assessorato va ritirata. Serve un piano sanitario giusto, condiviso e costruito dal basso, partendo dall’ascolto del territorio.