- Il Presidente del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, Michelangelo Giansiracusa, ha formalmente segnalato all’UPI – Unione delle Province d’Italia – una grave criticità che sta penalizzando proprio gli enti locali in maggiore difficoltà: l’impossibilità di procedere con l’assunzione di personale nell’ambito del Concorso Coesione bandito dal Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Si tratta di una situazione paradossale e inaccettabile – evidenzia Giansiracusa – che riguarda il reclutamento di 2.200 unità di personale interamente finanziate da fondi europei tramite il Programma Nazionale CAPCOE 2021–2027. Secondo quanto comunicato dalla piattaforma informatica di gestione delle adesioni, gli Enti in dissesto che non hanno ancora approvato il bilancio stabilmente riequilibrato vengono automaticamente esclusi, con una dichiarazione ostativa che impedisce loro di procedere alle assunzioni.
«È una follia – sottolinea il Presidente – che proprio gli enti che più avrebbero bisogno di competenze e risorse umane per rafforzare la propria capacità amministrativa vengano esclusi a priori, nonostante i costi di queste assunzioni non gravino in alcun modo sul bilancio degli enti dissestati».
Il Libero Consorzio di Siracusa ha chiesto formalmente all’UPI di farsi portavoce presso il Governo e la struttura di missione, chiedendo che venga garantita almeno una proroga del termine – attualmente fissato in soli dieci giorni – e, soprattutto, che venga rimossa una discriminazione di fatto che pregiudica l’accesso al personale a enti che ne avrebbero più bisogno per attuare politiche di coesione e rilancio.
Una battaglia, quella del Libero Consorzio, che si affianca a quella analoga portata avanti da ANCI Sicilia, che si sta mobilitando in difesa dei numerosi Comuni siciliani in dissesto, anch’essi esclusi dalla possibilità di assumere personale eterofinanziato, nonostante il carattere straordinario e comunitario delle risorse stanziate.
«È necessario – conclude Giansiracusa – un intervento urgente che corregga questa stortura normativa, restituendo pari opportunità agli enti in dissesto. Non può esserci vera coesione se proprio chi è in difficoltà viene escluso dalle opportunità offerte dall’Europa».