
14 febbraio 2022 – Esce nelle maggiori librerie e nei vari store di internet ( Amazon libri, Mondadori store, laFeltrinelli, Unilibro, etc. ) il nuovo libro di Raimondo Raimondi dal titolo La vita camminava a piedi nudi pubblicato per i tipi delle edizioni “Il foglio letterario” di Gordiano Lupi, con una lunga prefazione di Tommaso Cimino, docente di letteratura e fine poeta lentinese, e una copertina opera della pittrice milanese Teresa Implatini. Contiene sessanta poesie inframmezzate da numerosi miei disegni, ed è la terza raccolta pubblicata dalle edizioni Eif dopo “Rapsodia della Rinascita” nel 2018 e “Tempo sospeso” nel 2020. In questa silloge l’autore parla soprattutto dell’adolescenza, degli amori giovanili, delle illusioni e dei rimpianti ora che la maturità avanza. Affronta anche temi meno intimisti, la guerra, l’immigrazione, il mistero, il dolore e la confusione di questa nostra società che pare aver smarrito la propria umanità. Tommaso Cimino nella prefazione parla di ibridazione delle forme di esercizio poetico con riferimenti antichi e modernissimi, e di alternanza delle immagini con la parola poetica. La poesia sarebbe quindi, sotto questo punto di osservazione, una galleria a due piani, dove si fronteggiano disegni rielaborati, resi essenziali nei tratti che disseccano l’oggetto per esaltarne una carnalità diafana e però più prorompente, ed i versi, che non sono intesi come didascalie di servizio dell’immagine, e chiamano una loro autonomia pur nel dialogo incessante con la figurazione. Opere in cui i volti delle donne sono delle istantanee di certo reali, ma non sono dei ritratti, piuttosto delle evocazioni di un altrove che si mescola con quello chiamato alla coscienza del lettore dalle poesie sulla pagina accanto.
La vita camminava a piedi nudi
al tempo dei canonici di legno
sbucciando sui sassi la pelle
resistenti a ogni sofferenza
per via dell’età adolescente
e del desiderio di nuove sfide
cercate nei vicoli e nelle piazzette
di questa miracolosa città di mare.
Le pozzanghere dopo la pioggia
erano paludi popolate da caimani
e noi dipinti coi colori di guerra
combattevamo contro gli invasori
dagli spalti del vecchio castello
immaginando grappoli di corpi
e nugoli di frecce incendiarie
ricavate da stecche di ombrelli.
Randagi come i cani compagni
di scorribande e di avventure
inseguendo ogni raggio di sole
ogni onda sospinta negli anfratti
degli scogli del faro santa croce
poi morì il giorno e si assopì
insieme la forza della gioventù
calzando scomodissime scarpe
sui nostri scorticati piedi nudi.