L’approfondimento – Abusò di un quindicenne: condanna definitiva per sacerdote lentinese

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a carico di un sacerdote che dovrà scontare la pena di 7 anni e mezzo di reclusione, inflitta dalla Corte d’appello di Catania che lo ha riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni di un minore. Don Antonio Rosario S., oggi sessantenne, originario di Lentini, è finito nei guai nel settembre 2015 quando, a seguito di una dettagliata denuncia da parte della madre di un quindicenne all’epoca dei fatti, è emersa la brutta vicenda per la quale è stato adesso condannato in via definitiva.
I fatti si sarebbero consumati nel luglio del 2015 ma sono cominciati ad emergere due mesi dopo quando il ragazzo, superato lo shock psicologico, si è confidato con un altro sacerdote e con l’allora Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Catania. La vittima ha raccontato poi agli inquirenti di avere conosciuto don Rosario nella parrocchia dei Cappuccini a Catania in occasione del triduo delle festività di San Giovanni Battista. Avendolo notato tra i più partecipi alle attività della parrocchia, il sacerdote lo avrebbe invitato a collaborare per l’organizzazione della festa nella chiesa di una nota località marinara a sud di Catania. Con un pretesto, il parroco avrebbe invitato il quindicenne, insieme con un amico, nella sua villetta, in una frazione balneare di Augusta. Mentre l’amico, con una scusa, si era recato in bagno e poi in giardino, il quindicenne ha riferito di avere sentito la lama di un coltello da cucina alla schiena, arma impugnata dal sacerdote che lo avrebbe costretto a entrare nella camera da letto e a subire un rapporto orale, approfittando del fatto che la vittima fosse terrorizzata e di non avere avuto la forza di opporsi agli abusi sessuali.
Le dichiarazioni rese e confermate in istruttoria dibattimentale dalla vittima e quelle di altri testi citati dall’accusa, hanno consentito prima al tribunale aretuseo (presidente Ettore Cavallaro, a latere Antonio Dami e Federica Piccione), e poi alla Corte d’appello di Catania, di acclarare le responsabilità del sacerdote aggravate dall’uso di un’arma e dalla sua qualità di ministro di culto. In primo grado, l’imputato è stato condannato a 9 anni di reclusione e al risarcimento dei danni a favore della parte civile. In quella sentenza del 2021, fu anche sospeso dall’esercizio della professione. In appello, il sacerdote ha ottenuto una riforma in meglio della pena a 7 anni di reclusione, confermata dalla Cassazione la cui sentenza è divenuta esecutiva.

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By Redazione

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